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L’incontro, organizzato da ISDE Italia e dalla Sezione Provinciale di ISDE Modena, nasce dall’esigenza di dare visibilità a un argomento di grande interesse sia a livello globale sia a livello locale, soprattutto se visto nel quadro delle criticità ambientali ed economiche che si delineano nell’immediato futuro. Il tema riveste un’innegabile rilevanza, perché l’approccio agro-ecologico e sostenibile all’agricoltura può costituire un punto fermo da cui partire per ridefinire la relazione tra agricoltura, economia, salute pubblica e territorio.

Come riconosciuto da una letteratura scientifica ormai ricca e consolidata, attualmente l’agricoltura industriale esercita un impatto troppo pesante su tutte le matrici ambientali, con ricadute sulla salute delle persone per troppo tempo sottovalutate. Anche in termini energetici, questo tipo di agricoltura risulta insostenibile, in quanto necessita di input di combustibili fossili talmente elevati che il bilancio complessivo, in termini di recupero di energia in forma alimentare, è il più delle volte negativo. In tale contesto, l’uso massiccio di molecole tossiche di sintesi, su cui si basa gran parte della pratica agricola volta a contenere l’impatto dei parassiti, tra i vari fattori di degrado ambientale e di rischio sanitario occupa una posizione primaria.

I pesticidi sono deliberatamente rilasciati nell’ambiente con l’intento di eliminare alcune forme di vita ma, contrariamente a quanto dichiarato dall’agroindustria, la loro azione si ripercuote su molti organismi innocui o addirittura utili per l’agricoltura, come gli insetti impollinatori e le microfaune del suolo. Inoltre, nel novero degli esiti negativi di un’agricoltura fortemente dipendente dalla chimica di sintesi rientrano anche i rischi per la salute umana. Come documentato da una lunga serie di studi scientifici, gli agricoltori rappresentano la popolazione che paga il maggior tributo sanitario all’impiego di sostanze tossiche in agricoltura. Molte evidenze di letteratura tuttavia indicano che ormai è la popolazione generale ad essere interessata. L’esposizione al rischio sanitario sollevato dai pesticidi riguarda buona parte delle sostanze antiparassitarie di utilizzo agricolo che contaminano l’aria delle aree rurali, oltre all’acqua e alla catena alimentare.

Si configura all’orizzonte l’esigenza di una vera politica del territorio come principio-guida per tutelare suoli, falde, corpi idrici, biodiversità, qualità dei prodotti agricoli e salute umana. Tale opzione sembra ormai un passaggio irrinunciabile nella direzione di un’economia locale fortemente orientata alla riqualificazione del territorio e a una radicale revisione del rapporto tra uomo e ambiente. Il Convegno “Meno pesticidi e più alternative” rappresenta un’occasione per chiarire gli argomenti richiamati sopra. Partendo dall’analisi critica di alcuni dati sui rischi ambientali e sociali sollevati dall’uso della chimica di sintesi in agricoltura, l’incontro intende promuovere un messaggio costruttivo, con lo sguardo rivolto alle nuove realtà agricole nazionali che hanno adottato metodi agricoli sostenibili e sviluppato un nuovo modo di intendere l’alleanza tra agricoltori, cittadini, territorio e istituzioni. L’agricoltura italiana può diventare un punto di riferimento internazionale nell’innovare la produzione alimentare secondo rigorosi principi di sostenibilità ecologica, aumentando al tempo stesso la qualità dei prodotti locali e rafforzando l’economia dei distretti geografici a forte tradizione agricola.

Con la certezza che questa prospettiva sarebbe stata pienamente condivisa dal Professor Claudio Malagoli, questo Convegno costituisce un’occasione particolarmente propizia per ricordare nel modo più coerente e sincero la sua figura di grande studioso di tematiche agricole e di uomo di raro spessore etico e culturale.

Per informazioni:

Centro di Educazione Alla Sostenibiltà  "La Raganella"

tel. 0535 -29724 -29713 - 29787

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