La proclamazione del Regno d’Italia (1861) si rivelò per il paese una impresa estremamente ardua, tra mille difficoltà e ricorrenti ondate di ribellione. Tuttavia insieme alle difficoltà e ai motivi di divisone politica e sociale, non vanno dimenticati i progressi compiuti dal paese. Tra il 1861 e il 1901 la popolazione italiana cresce del 30% anche grazie alla diminuzione della mortalità, in particolare quella infantile. E poi la riduzione dell’analfabetismo, con la crescita del numero di insegnanti che passano, nello stesso periodo, da 34.000 a ben 65.000.

Era stata anche la legge Coppino del 1877 a cercare di modificare il mondo della scuola, e l'Articolo 1 suonava così: "I fanciulli e le fanciulle che abbiano compiuta l'età di sei anni, e ai quali i genitori o quelli che ne tengono il luogo non procaccino la necessaria istruzione, o per mezzo di scuole private o con l'insegnamento in famiglia, dovranno essere inviati alla scuola elementare del Comune.

L’ulteriore legge Daneo - Credaro del 1911 avoca allo stato l'amministrazione delle scuole elementari e attribuisce ai consigli scolastici provinciali l'assunzione dei maestri e aumenta gli stanziamenti per la scuola lasciando ai comuni solo l'onere di provvedere ai locali necessari.

Così dal 1911 al 1920 in Lombardia si realizzarono 1980 aule, nel Veneto 1254 e in Emilia Romagna 1496, mentre in Campania se ne costruirono solo 114, 43 in Basilicata e appena 15 in Calabria.

Le amministrazioni comunali erano proprietarie di pochi edifici: per le scuole elementari la maggior parte delle aule erano prese in affitto e spesso si trovavano in condizioni precarie e non idonee all'accoglienza di bambini così piccole. Le aule erano sovraffollate soprattutto nelle grandi città ed esisteva il grande problema delle epidemie oltre ad altri rischi per la salute dei bambini derivanti dalla mancanza di igiene.

E a Cavezzo?

Tra il 1901 e il 1921 l'aumento della popolazione cavezzese è rilevante i residenti passano da 5.016 a 7.027 e ciò determina tra l'altro la necessità di reperire nuovi spazi per le aule scolastiche. I primi edifici specialistici costruiti in provincia di Modena dall’architetto Giacomo Masi, fra il 1906 e il 1908, furono proprio le scuole elementari delle frazioni di Disvetro e di Motta. Pochi anni dopo fu realizzata la scuola di Cavezzo (1915) e, infine, quella della frazione di Uccivello (1919).

Bibliografia:
Scuole di Cavezzo a cura di Memi Campana, Lucio Prandini, Alberto Zini
Cento anni di scuola a cura di Luigi Belluzzi e Tito Dotti
Per una storia di Cavezzo a cura della Fondazione Culturale Gino Malavasi di Cavezzo